The Meyerowitz Stories, su Netflix un ottimo indie con un cast di stelle

Su Netflix è uscito da qualche giorno The Meyerowitz Stories, commedia di Noah Baumbach portata in concorso all’ultimo festival di Cannes. Questa nuova uscita di Netflix l’abbiamo vista per voi e ve la consigliamo.

the meyerowitz stories

Il film vanta un parco di interpreti invidiabile: Adam Sandler, Ben Stiller, Dustin Hoffman, Emma Thompson, solo per citare i nomi più prestigiosi. E poi c’è il regista, che oltre ad aver curato negli ultimi anni alcune lodate regie di film del circuito indie statunitense, è stato collaboratore di Wes Anderson alla sceneggiatura di alcuni film di quest’ultimo.

Il film racconta la storia della riunione di una famiglia di origine ebraica, una famiglia un pò strampalata, che si ritrova a New York per l’avvio di una retrospettiva personale del capofamiglia, Harold (interpretato da Dustin Hoffman), un tempo scultore di successo. Harold ha tre figli: Jean (Elizabeth Marvel) Matthew (Ben Stiller), e Danny (Adam Sandler). I tre, che è corretto definire fratellastri in quanto figli di madri diverse, se in un primo momento discutono dell’amministrazione futura del patrimonio del padre (la casa e le sue opere), ben presto si trovano, a causa di un evento imprevisto, a dover riconsiderare le loro relazioni interpersonali alla luce del rinnovato presente e del futuro che li aspetta.

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Questa opera, tanto essenziale nella confezione e nella messa in scena quanto interessante e ben realizzata, si poggia non solo sul carisma del suo cast di interpreti, ma anche e soprattutto sulla forza della sceneggiatura e dei dialoghi, (curati da Baumbach stesso) che vanno a delineare dei personaggi autentici, figli dell’America incarnata dall’anziano padre che fa Dustin Hoffman, Un’America che cerca una propria ri-collocazione nel mondo riscoprendo o cercando di riscoprire alcuni propri valori fondanti (la cultura e l’arte contemporanea, ad esempio). La sceneggiatura trova inoltre il suo valore aggiunto nell’umorismo vagamente yiddish di cui è permeata. Del resto, una famiglia di origine ebraica è il soggetto collettivo della storia narrata, e un umorismo sferzante che richiama la cultura ebraica appare assolutamente adeguato al mood della storia medesima.

E poi, abbiamo i due probabilmente principali interpreti della generazione di comici americani esplosa a cavallo tra la fine degli anni ’90 e gli anni 2000, Sandler e Stiller, esibirsi in un’interpretazione malinconica, con toni che variano dalla commedia al dramma in modo credibile ed efficace.
Un film da vedere, e che non deluderà chi cerca un prodotto di intrattenimento di ottima fattura e che possa raccontare, all’interno della sua storia, anche un piccolo pezzo della società americana e un piccolo saggio intergenerazionale di recitazione.

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