È quasi un musical rebetiko, Djam, l’ultima opera del regista algerino Tony Gatlif.
La musica, infatti, accompagna tutto il racconto che si dipana nel mare nostrum, oggi più che mai tormentato da crisi economiche e politiche, un tormento che si rispecchia nella giovane protagonista Djam (Daphné Patakia) cantante, danzatrice, eccentrica, fuori dagli schemi, dalle regole, al limite della follia, apparentemente felice ed euforica ma di quelle euforie che nascondono i demoni.
Djam vive con il patrigno Kakourgos (Simon Abkarian) che, per recuperare un pezzo meccanico della sua nave, chiede a Djam di andare da Lesbo a Istanbul dove c’è un meccanico artigiano. A Istanbul Djam trova Avril (Maryne Cayon), ragazza francese, andata in Turchia per fare volontariato in aiuto dei migranti, ma abbandonata dal ragazzo e ora completamente persa.
Sono due personalità differenti, all’euforica Djam si contrappone la taciturna e schiva Avril, ma entrambe impegnate nella difficile ricerca del loro luogo nel mondo, si ritrovano e si accompagnano non senza scontri e incomprensioni.
L’incontro si sviluppa in viaggio, quello di ritorno dalla Turchia a Lesbo rallentato dagli scioperi, e da altre figure (gli amici cantanti, il giovane fallito con intenti suicidi, alcuni fantasmi del passato). La crisi dell’Europa (economica ma anche sociale) è scenografia e sfondo in cui vediamo rappresentate diverse umanità, è il mondo in cui si muovono Djam e Avril, un mondo pazzo che le spaventa ma anche un mondo meraviglioso per chi riesce a gestirlo (come canta Djam nella scena del bosco). La conclusione del viaggio svela la tematica principale del film e apre un panorama sui problemi ancora irrisolti della nostra Europa: la crisi economica, l’immigrazione, la fatica degli stati più deboli che scontano i loro errori del passato.
Il film è ambientato nel 2014, ma i problemi che ci ricorda sono ancora in parte irrisolti, ora sono dimenticati per via della crisi sanitaria ma sicuramente ancora presenti, il finale è aperto come fosse in attesa che le idee e le azioni risolutive finalmente prendano il giusto vento. Vediamolo questo film, per capire che siamo mediterranei, europei, ma sopratutto siamo esseri umani che in fondo cercano solo quel po’ di felicità che ci è regalata dalla musica, dalla danza, dallo stare insieme.
// il trailer //
Il film è disponibile sulla piattaforma mubi.