Cinema e architettura. Medianeras: viaggio nella solitudine urbana di Buenos Aires

“Medianeras” così Gustavo Taretto porta l’Architettura e l’Urbanistica nel Cinema

Il film, è un percorso verso una possibile storia d’amore, la trama piuttosto classica: due solitudini (lui Martín, interpretato da Javier Drolas, lei Mariana interpretata da Pilar López de Ayala) che, reduci da relazioni non riuscite, cercano un rapporto umano, in una megalopoli, Buenos Aires, che paradossalmente non sembra facilitare le relazioni umane ma sembra invece ostacolarle con una percepibile solitudine urbana.

medianeras

La storia d’amore (piuttosto delicata e romantica) o meglio il suo antefatto è una struttura su cui il regista costruisce un’attenta analisi urbanistica, architettonica e sociale della relatà di Buenos Aires, realtà tranquillamente estendibile a molte megalopoli del mondo occidentale.
L’analisi urbanistico-sociale è subito dichiarata, come fosse un manifesto, all’inizio del film durante i titoli di testa durante i quali scorrono immagini degli edifici e delle strutture della città; mentre scorrono le immagini la voce fuori campo di Martín introduce un breve saggio, anzi una critica socio-urbanistica: descrive la città cresciuta in modo incontrollato e imperfetto, senza criterio senza pianificazione, fa un breve catalogo delle tipologie di edifici (dimensione, valore…), parla di una città che “volta le spalle al suo fiume” sviluppatasi secondo il percorso tracciato da speculatori edilizi che secondo una pianificazione urbanistica. Il manifesto si chiude addossando alla cattiva architettura e urbanistica la responsabilità di molti aspetti negativi della società occidentale odierna.

Martín è un grafico, realizza siti web e ha la fobia per la città: ha un passato da hikikomori da cui è uscito grazie all’aiuto di uno psichiatra che gli ha suggerito di scattare fotografie cercando “la bellezza anche dove apparentemente non c’è”: e sono proprio le sue fotografie che scorrono nel film a svelare interessanti particolari architettonici, affascinanti aspetti quotidiani di una città; praticamente una piccola lezione di fotografia di architettura; si muove in città solo a piedi con uno zaino dove tiene il suo kit di sopravvivenza urbano (accuratamente decritto nel film).

Mariana è un architetto che paradossalmente non riesce ad esercitare la professione a causa della crisi, la sua creatività è dedicata all’allestimento delle vetrine dei negozi dove lei esprime se stessa sperando che chi osserverà la vetrina riesca in qualche modo a scoprire lei nell’anonimato della città: la sua fobia è proprio di essere perduta, sola e anonima nella grande città come fosse una scena delle illustrazioni di un libro di Martin Handford della serieWhere’s Wally: uno di questi libri è un suo og getto d’infanzia che lei conserva perché non è riuscita a trovare Wally proprio nella tavola dedicata alla città.
Nonostante l’anonimato lei ama la città, ha i suoi edifici preferiti tra i quali il planetario dove va spesso.
Tutto il film prosegue seguendo alternativamente le storie (ancora separate) dei due personaggi e utilizzandole per mostrare le architetture della città e riflettere sulla società occidentale e i suoi comportamenti.
A solo titolo di esempio Mariana ha paura dell’ascensore, così in uno dei suoi appuntamenti è costretta a salire al ventesimo piano dell’edificio Comega (il primo grattacielo di Buenos Aires) mostrandone così in una stupenda passeggiata architettonica la particolare scala interna; o ancora viene narrata la storia del palazzo Kavanagh (altro edificio storico della città). L’architettura continua quindi ad accompagnare lo spettatore per tutto il film fino alla spiegazione delle Medianeras del titolo, che sarebbero i lati ciechi, senza finestre dei grandi edifici.
Continuiamo a seguire i due personaggi che nell’anonimato della città si incrociano più volte senza (ri)conoscersi, senza trovarsi: non manca una citazione di Manhattan di Woody Allen elemento che li accomuna e mostra la loro affinità. Così parlando di architettura e sociologia si arriva finalmente al loro incontro che chiude il film.
Una piccola opera che riesce a parlare di amore ma sopratutto di architettura e urbanistica in modo leggero, piacevole con la bella fotografia di Leandro Martínez.

Il film è disponibile su Chili, Rakuten, Apple TV.

/// il trailer ///

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