Cinema Days: consigli per gli acquisti. Il giovane Karl Marx, I segreti di Wind River e altre possibili sorprese.

Tornano dal 9 al 12 aprile i Cinema Days. Accantonata la tanto discussa formula che prevedeva l’ingresso a 2 euro ogni secondo mercoledì del mese, si ritorna a spalmare l’offerta su più giorni consecutivi al costo di 3 euro. Altri appuntamenti a prezzo ridotto sono previsti per maggio e luglio, prima della novità assoluta di agosto in cui sarà proposta un’intera settimana di anteprime.

Nell’attesa di scoprire le prime visioni di giovedì 12 (ultimo giorno dei Cinema Days di aprile) proviamo a capire su quanti e quali film vogliamo investire i nostri 3 euro. Senza dimenticare che questa può essere l’occasione buona per recuperare titoli importanti che sono in sala già da qualche settimana, “Ready player one” e “Tonya” su tutti.

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Lo scorso weekend è stato caratterizzato da tantissime uscite che, pur senza presentare nessuna punta di diamante, ci danno l’opportunità di scegliere tra opere interessanti (almeno sulla carta) che spaziano in differenti generi. L’ Italia è scesa in campo con una serie di commedie piuttosto inedite: “Lovers” di Matteo Vecino, opera dalla complessa struttura narrativa che vede i quattro protagonisti alternarsi in ruoli ed accoppiamenti diversi; “Bob e Marys – Criminali a domicilio” di Francesco Prisco con una coppia di coniugi sessantenni, ex rockettari (Rocco Papaleo e Laura Morante), alle prese con la malavita napoletana in un racconto che sfugge ai clichè di genere grazie ad una brillante sceneggiatura; “Quanto basta” di Francesco Falaschi, che partendo dall’apprezzato “Emma sono io” del 2002 continua il suo percorso di esplorazione della neurodiversitá attraverso l’uso di toni leggeri ma mai banali. Solo apparentemente in linea con i classici teen-movie potrebbe invece essere “Succede”, la commedia generazionale della giovane regista catanese Francesca Mazzoleni, sulla quale ha voluto scommettere un’importante casa di produzione come la Indigo Film.

Tra le altre uscite, prima ancora di parlare dei due film che abbiamo scelto di vedere nel weekend, vanno segnalati: “A quiet place”, un interessante horror in cui John Krasinski, già autore della dramedy “The Hollars”, dirige sua moglie Emily Blunt; “Il mistero di Donald C.”, opera biografica di James Marsh, regista del fortunato “La teoria del tutto”, in cui Colin Firth interpreta l’uomo che si cimentò, senza alcuna esperienza, in una prestigiosa regata velica intorno al mondo; “Nella tana dei lupi” adrenalinico thriller con Gerald Butler a capo di una squadra anticrimine che tenta di sventare la rapina del secolo. Di “Charley Thompson” parleremo invece in un articolo a parte. L’opera di Andrew Haigh, regista di “45 anni” e “Weekend”, era stata presentata in concorso a Venezia 74 ed è ora distribuita dalla Teodora Film.

I nostri consigli si concentrano soprattutto su due opere che ci hanno immediatamente attratto e convinto confermando il talento di due registi che finora si erano messi in luce in ambiti differenti. Il regista haitiano Raoul Peck aveva già brillantemente espresso le sue doti con il documentario “I’m not your Negro” ed ora si cimenta in un ardito film biografico sulla complessa figura di Karl Marx. Dal canto suo Taylor Sheridan porta a compimento con “I segreti di Wind River” la sua personale trilogia della frontiera iniziata con la sceneggiatura di “Sicario”, la cui regia fu di Denis Villeneuve, e del quale vedremo presto il sequel “Soldado” con la regia di Stefano Sollima e la sceneggiatura ancora una volta di Sheridan. Opera intermedia di questa trilogia era stata “Hell or High Water”, una produzione originale Netflix che lo scorso anno, un po’ a sorpresa, era arrivata a conquistare la nomination agli Oscar come miglior film. A proposito di Oscar qualcuno vocifera che a “I segreti di Wind River”, premiato a Cannes come migliore regia di “A certain regard”, analoga soddisfazione è stata negata solo per la presenza tra i produttori del “demone” Weinstein, che in realtà è intervenuto in corso d’opera a supportare una produzione totalmente indipendente.

Quante insidie si nascondevano dietro la biografia de “Il giovane Karl Marx”? Probabilmente davvero tante se è vero che il cinema aveva frequentato così poco finora la sua figura. La biografia che ne fa Raoul Peck abbraccia solo cinque anni della sua vita, dal 1843 al 1848: il periodo parigino che seguì il matrimonio con l’aristocratica Jenny von Vestphalen, l’incontro con Frederick Engels con cui stabilì un’amicizia ed una collaborazione che durarono tutta la vita, la loro progressiva ascesa all’interno della Lega dei Giusti che proprio sotto la loro spinta divenne Lega di Comunisti fino ad arrivare alla pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista. Peck non sembra interessato a realizzare un’opera particolarmente ambiziosa nello stile, il taglio che dà al suo film è quello del classico film in costume ma il risultato è eccellente riuscendo a conferire all’ aspetto didascalico del racconto il significato più positivo del termine, quello di far conoscere la Storia di quegli anni senza mai farsi accademico nè pedante. Peck è altrettanto bravo a sfuggire alla minaccia dell’agiografia, dei suoi personaggi riesce a proporci un ritratto intellettualmente onesto che entra nel cuore degli spettatori perchè sa mettere in equilibrio la dimensione umana con la caratura del pensiero filosofico e dell’azione politica. Interessante è anche il confronto sociale tra i protagonisti, in un quartetto dove solo Mary, la moglie di Engels, ha origini realmente proletarie. Nel cast troviamo diversi attori a noi noti: Ivan Franek è Bakunin, Olivier Gourmet è Proudhon, ma fa soprattutto piacere ritrovare sullo schermo, nei panni di Jenny, la straordinaria carica espressiva di Vicky Krieps che tanto avevamo amato ne “Il filo nascosto”.

/// il trailer de “Il giovane Karl Marx” ///

“I segreti di Wind River” sviluppa la sua azione tra gli innevati e spettacolari paesaggi di una riserva indiana nel Wyoming. Jeremy Renner è Cory, un cacciatore di animali predatori, legato alla comunità dei nativi dal matrimonio con un’ex moglie di cui ancora si prende cura. I motivi della loro separazione sono probabilmente spiegati dalle ricorrenti fotografie di una figlia adolescente scomparsa prematuramente ma di cui nessuno osa parlare. Un dramma che riaffiora prepotente nella vita di Cory quando un giorno trova nella neve il corpo stuprato ed assiderato di un’altra adolescente, Natalie, la migliore amica di sua figlia. L’arrivo di una giovane agente dell’FBI darà vita ad un’indagine che andrà oltre l’aspetto poliziesco per farsi viaggio all’interno di una comunità messa ai margini della società americana ed esplorazione dell’animo di due padri profondamente segnati dalla perdita dei propri figli. L’arrivo di Jane, la giovane agente FBI, crea in verità, forse complice anche il doppiaggio, qualche momento di perplessità, troppo bella e goffa sembra essere una figura un po’ stereotipata che rischia di minare la sobrietà ed il pudore del racconto, ma la scrittura è così solida che la minaccia risulta ben presto vanificata ed anche Jane si amalgama perfettamente al contesto. Il film è un thriller appassionante ed avvincente che non dà mai segni di cedimento ma vive una ventina minuti di altissima qualità cinematografica nel momento in cui arriva a svelare i suoi segreti. L’esplosione della violenza ed il regolamento dei conti tra cacciatori e predatori (di esseri umani) rievoca il cinema di Tarantino, mostrando potenza e raffinatezza con una serie di quadri che eccellono anche per la loro composizione coreografica. Così come di grande efficacia e bellezza è il lavoro di montaggio che ci permette di conoscere, attraverso un flashback, la realtà dei fatti.

/// il trailer de “I segreti di Wind River” ///

 

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