Lontano da qui, la poesia in un bambino a salvare il mondo

La poesia può salvare il mondo? Forse no, perchè il mondo attuale è un posto dove il materialismo la fa da padrone. Però, la poesia può ancora contribuire a consegnare al mondo persone, uomini e donne, capaci di entrare in contatto con la realtà circostante, restituendola letta e interpretata con la propria voce interiore.

Lontano da qui

Lontano da qui, della regista italoamericana Sara Colangelo, è una storia di speranza che ci racconta di questo. Ci racconta di Lisa (Maggie Gyllenhaal), una tenace insegnante di asilo, moglie e madre di due figli. Lisa frequenta un corso di poesia cercando di elevare la propria capacità e sensibilità poetica, che vede stretta nei doveri della quotidianità, e forse non riconosciuta come meriterebbe. Un giorno, quasi casualmente, Lisa si accorge di Jimmy (Parker Sevak), un bambino dolcissimo e solitario che, camminando avanti e indietro in una stanza dell’asilo, recita una poesia. La poesia è di un nitore folgorante, i concetti che esprime sono profondi e complessi come se fosse un componimento di un adulto.

Da quel giorno Lisa prende a cuore il bambino, la cui madre vive lontano da lui (peraltro Jimmy non sa scrivere, pertanto le sue poesie vanno ascoltate e annotate “in diretta” mentre lui le compone e recita) diventandone più che una mentore, e incoraggiandolo con ogni forza a seguire questa sua vocazione, anche oltre il suo ruolo professionale, per far sì che il mondo possa accogliere una nuova voce poetica. Quella di Lisa diviene infatti una vera e propria missione contro tutto e tutti, che la spingerà, anche se a fin di bene, ad azioni eccessive, capaci di produrre conseguenze nella vita di entrambi.

Lontano da qui

Il film, che è un remake di un film israeliano, si regge molto sul personaggio e l’interpretazione sofferta di Maggie Gyllenhaal, parte bene ma vive dei momenti di stanca. Il finale bellissimo, sospeso tra dramma di quello che accade, e assoluta speranza per il futuro di Jimmy, lo rende però memorabile, facendo emergere forte il senso di questo racconto di formazione e crisi di una donna della società contemporanea.

Sara Colangelo, premiata al Sundance come regista per questo film, è una voce autoriale da seguire con interesse nel futuro.

/// il trailer ///

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