“Easy. Un viaggio facile facile”. È il tuo sguardo innocente in mezzo alla gente, la felicità.

“Easy. Un viaggio facile facile” opera prima del regista Andrea Magnani è un altra di quelle piccole meraviglie che ogni tanto il nostro cinema sa regalarci. Dopo essere stato distribuito nelle nostre sale a fine agosto dalla Tucker Film, il film è ora disponibile sui principali siti di streaming e dal [amazon_textlink asin=’B076LBB6NZ’ text=’5 dicembre anche in dvd.’ template=’ProductLink’ store=’fuoridicinema-21′ marketplace=’IT’ link_id=’556cbb51-d828-11e7-a927-53826b6d6495′]

easy un viaggio facile facile

Easy è il diminutivo di Isidoro, ex talento del go-kart che, arrivato alle soglie della Formula 1, ha visto andare in frantumi il suo sogno per un insolito incidente. Oggi vive chiuso in casa, obeso, depresso ed accudito da un’esuberante madre (interpretata in due brevi apparizioni da Barbara Bouchet). Easy ha un animo innocente, suo fratello invece (bravissimo come sempre Libero De Rienzo) è un imprenditore senza scrupoli ed un giorno gli affida un lavoro tutt’altro che facile: dovrà rimettersi al volante, attraversare l’Europa e consegnare la bara di un operaio ucraino morto lavorando in nero in un suo cantiere. In queste poche righe di sinossi c’è il necessario incipit ma ancora non c’è il cuore di un film che sprigiona la sua essenza solo quando Easy supera il confine, si lascia alle spalle la famiglia e comincia, in compagnia di un cadavere, quel viaggio che sarà innanzitutto una riscoperta di se stesso.

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Chiuso ormai da anni in un cronico silenzio si troverà costretto ad affrontare le difficoltà di una lingua che non sa né leggere né parlare e troverà nei gesti, negli sguardi, nelle emozioni un nuovo straordinario canale di comunicazione. La svolta arriva dopo circa venti minuti: gettato via il navigatore e capito che neanche l’app col traduttore vocale può essergli di grande aiuto, Easy si trova davanti ad un bivio che pare indicare sia a destra che a sinistra la sua destinazione. Inizialmente la sua scelta sembra rivelarsi sbagliata, ma dopo che gli avranno rubato l’auto lasciandogli la bara sulla strada, sarà il destino a guidarlo portandolo a contatto con un’umanità che forse neanche immaginava che esistesse. Da questo momento in poi il viaggio ed il film procedono attraverso una serie di incontri e di situazioni che ci consegnano momenti di grande lirismo alternati ad altri certamente molto divertenti. Con un sorriso tenero e malinconico stampato sul volto gli spettatori accompagneranno Easy in questo viaggio surreale che ha tutto il sapore del migliore cinema scandinavo, dove Magnani, alla maniera di Kaurismaki, si fa splendido cantore di anime solitarie.

easy. un viaggio facile facile

La scelta dei brani musicali che compongono la colonna sonora si coniuga perfettamente con le suggestioni del film. “Felicità” di Al Bano e Romina diventa un emblematico leitmotiv: la canticchia un camionista mentre di notte fa pipì vicino ad un albero, la canta anche Easy mentre è chiuso nel gabinetto di una stazione di polizia in una delle scene più divertenti del film. Più difficile è scegliere, tra i tanti, il personaggio o la scena più poetica dell’opera. L’anziano uomo che lo aiuta a trasportare la bara con il suo carretto trainato da un cavallo ed il momento in cui Easy lo omaggia con un mazzetto di fiori arrivano dritti al cuore, così come l’incontro con il prete che gli parla (in ucraino) dei suoi sogni è certamente carico di significati.

L’opera di esordio di Andrea Magnani, regista nativo di Rimini che oggi vive tra Trieste e New York, è stata presentata quest’anno in concorso al 70° Festival di Locarno dove ha vinto con Nic Nocella il premio per la migliore interpretazione maschile. L’attore pugliese, che aveva conosciuto la ribalta con “Il figlio più piccolo” di Pupi Avati, ancora una volta non esita a mettere in gioco la propria fisicità per consegnarci un personaggio che, lavorando per sottrazione, resta memorabile per le straordinarie capacità espressive che ne fanno quasi una figura del cinema muto.

“Easy – Un viaggio facile facile” opera prima del regista Andrea Magnani è un altra di quelle piccole meraviglie che ogni tanto il nostro cinema sa regalarci. Dopo essere stato distribuito nelle nostre sale a fine agosto dalla Tucker Film, il film è ora disponibile sui principali siti di streaming e dal 5 dicembre anche in dvd.

A proposito di interessanti esordi italiani va ricordato che recentemente anche il giovanissimo regista romano Ludovico Di Martino si era cimentato, seppure con toni ed ambientazioni profondamente differenti, col genere “on the road con bara” ne “Il nostro ultimo”, film a basso budget che racconta il viaggio di due fratelli che caricano la bara con il corpo della madre sul portabagagli della loro auto di colore giallo (che rievoca il pulmino di “Little Miss Sunshine”, anch’esso rigorosamente con cadavere a bordo) e dalla periferia di Roma partono alla volta della Sicilia per esaudire il suo desiderio di essere portata al mare.

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