Molto atteso, e presentato fuori concorso anche al Festival di Venezia, è uscito nelle sale A star Is Born, di e con Bradley Cooper (al suo esordio alla regia) e con Lady Gaga.
Siamo alla quarta volta sul grande schermo, per questo classico melodramma che esalta il mito del Pigmalione, raccontando il lancio di una stella nel firmamento di Hollywood e la nascita di un amore struggente. Questa volta, dopo le performance storiche di Judy Garland e Barbra Streisand, solo per citare le più recenti, il ruolo della giovane promessa, insicura e ricca di talento, è stato affidato alla diva del pop Lady Gaga. E il risultato è in tal senso meraviglioso. Lady Gaga è molto brava e credibile nell’interpretare Ally, impiegata con il dono del canto e del songwriting, che viene scoperta per caso in un night da Jackson, rockstar alcolizzata e in incipiente declino (Bradley Cooper). I due si incontrano, si amano, Jackson sostiene lo sbocciare di Ally come musicista, e così nasce una stella.
L’amore, come cantavano i Joe Division “Will tear us apart“? No, a volte è convivere con il successo che porta a dolorose e tavolta drammatiche scelte, se a convivere con il successo sono anime ferite, e malate, come quella di Jackson. Qua, nel personaggio del pur bravo Cooper, risiede il punto debole di un film che, partito impeccabilmente, una volta giunto a metà finisce col perdere di fluidità, soffermandosi sul personaggio di Jackson, sul rapporto con suo fratello, scavando nella mente di un personaggio problematico e togliendo respiro, vitalità e qualche minuto di troppo alla presenza in scena della coppia di protagonisti, che insieme sono la forza del film.
Nell’intenso finale, il film recupera un poco questa forza, peraltro riuscendo anche a conservare un’adeguata essenzialità di racconto (in tal senso è interessante notare come Cooper abbia probabilmente studiato i cineasti classici americani e ovviamente Eastwood, con il quale ha lavorato in recenti opere, e che qualche anno fa aveva preso il timone di questo nuovo progetto di A Star is born targato Warner Bros, ma poi declinato per la sopravvenuta maternità di Beyonce’, che era la protagonista designata da Clint).
Attualizzando con scelta interessante il racconto di E’ nata una stella ai tempi dei divi pop ai tempi dei social network, Cooper segna il suo esordio alla regia con un discreto prodotto d’intrattenimento, nobilitato dall’intensità scenica e dalla voce sopraffina della sua co-protagonista, e dimostrando potenzialità di futuro autore, in possesso di talenti tra cui quello del canto e della scrittura di canzoni.
/// il trailer ///